La formazione nei licei promossa dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici e dal ministero funziona: una studentessa di Vicenza ha ottenuto il miglior punteggio ai test per Medicina grazie al progetto extracurriculare



Una grande soddisfazione per tutti gli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri italiani: la formazione nei licei dà i suoi frutti indirizzando e accompagnando gli studenti nell’intraprendere gli studi in Medicina. La dimostrazione è il grande risultato ottenuto da Arianna Vicari, studentessa vicentina che ha avuto il miglior punteggio nei test per l’ingresso a Medicina. È proprio al Liceo scientifico Quadri di Vicenza, infatti – uno dei quasi 300 istituti coinvolti nel progetto, “Biologia con curvatura biomedica”, messo in campo dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e del merito – che la giovane si è appassionata allo studio delle materie di area medica e, seguendo le lezioni dei medici individuati dall’Ordine e dei docenti, ha maturato il desiderio di scegliere questa professione.
«L’impegno che noi professionisti mettiamo in questi percorsi di orientamento è ripagato dalle notizie come quella che riguarda Arianna – spiega la responsabile del progetto per l’Ordine dei medici di Grosseto, la dottoressa Maria Angela Bernardi –. Ogni anno entriamo nei licei della nostra provincia: incontriamo gli studenti ai quali interessa l’area medica e ci confrontiamo con loro, cercando di trasmettere tutti gli aspetti della nostra professione. È un modo per accompagnare i giovani al test di ingresso della facoltà e nel contempo è anche uno strumento per permettere loro di valutare le proprie inclinazioni e motivazioni. Normalmente un ragazzo su sette entra alla facoltà di Medicina: tra chi ha fatto il corso di curvatura biomedica, la percentuale sale a uno su due, massimo uno su tre. Quando si è intenzionati a fare Medicina si segue questo percorso, un percorso durante il quale si può anche capire che non si è portati per fare il medico e quindi spostare le proprie attenzioni verso altri lidi professionali».
La Federazione nazionale degli Ordini dei medici, visto il successo del progetto, sta portando avanti la proposta di istituire un Liceo biomedico, che consentirebbe, in maniera normata, di garantire le vocazioni attraverso un percorso di qualità, che veda anche formalizzato il ruolo dei professionisti. «Siamo fermamente convinti – conclude la presidente dell’Ordine di Grosseto, Paola Pasqualini – che un percorso di studi di questo tipo, se portato a sistema, risolverebbe in maniera definitiva l’accesso alla professione medica e nel contempo andrebbe a formare una classe di professionisti che, una volta laureati, andrebbero a coprire la carenza di personale, un problema che la Sanità pubblica sta affrontando in questi anni con non poche difficoltà per i professionisti e, soprattutto, per i pazienti».